
di Maria Mihaela Barbieru
Era la Vigilia di Natale, e una neve lieve cadeva silenziosa sui tetti del piccolo villaggio di Agàpe. Le luci calde delle case tremolavano come stelle, ma nel cuore della giovane donnaAgàpe brillava qualcosa di ancora più luminoso: un’idea.
Quel pomeriggio, guardando l’albero spoglio nel salotto, Agàpe pensò che quest’anno avrebbe fatto qualcosa di speciale. Sì, decisamente. Non voleva solo decorarlo con palline colorate e fili dorati. No, il suo albero doveva parlare. Doveva raccontare sogni, speranze, promesse. E così prese carta, forbici e un filo di lana rossa, e iniziò a creare.
Ogni pallina che costruiva racchiudeva un desiderio, annotatocon cura:
“Vorrei avere il coraggio di parlare quando ho paura.”
“Spero che la mia famiglia rimanga sempre unita.”
“Non mi fermerò davanti all’indifferenza di alcune persone.”
“Imparerò ad ascoltare di più e a giudicare di meno. Spero di farcela”
Mentre le scriveva, si accorgeva che non erano solo sogni: erano intenti, piccoli semi che voleva piantare nel Nuovo Anno.
Invitò anche le persone a lei più care, e spiegò la magia che stava creando. In pochi minuti, il tavolo si riempì di fogli, colori, e parole sincere. C’era chi desiderava più tempo da trascorrere insieme, chi sperava in un mondo più gentile, chi prometteva di aiutare i propri amati in difficoltà.
Quando l’albero fu colmo sembrava vivo. Ogni pallina raccontava un pezzo del suo cuore sfilato. Era un albero che non brillava solo fuori, ma dentro.
La notte di Natale, Agàpe si sedette ai piedi dell’albero e chiuse gli occhi. In silenzio, sussurrò una promessa:
“Custodirò ogni intento come una scintilla. Li farò crescere, giorno dopo giorno.”
Il vento gelido che soffiava fuori, nel piccolo villaggio in Cappadocia, non spegneva il calore del salotto. Perché un albero decorato con verità e amore ha il potere di scaldare anche l’inverno più spietato.
E così, nell’abbraccio di una notte silenziosa, Agàpe ci insegnò che il futuro si costruisce con piccoli gesti, parole delicate, e la volontà di essere ogni giorno un po’ migliori.
E quest’albero, anno dopo anno, rimarrà sempre lì — a ricordarle e ricordarci che ogni desiderio è il primo passo di un cammino.
Perché, quando si decora con l’anima e in autenticità, anche un semplice albero diventa poesia.”
Spazio di introspezione e crescita personale
Potresti ispirarti alla storia di Agàpe, pensata per stimolare la tua consapevolezza, riflessione e azione personale:
1. Qual è il desiderio che abita silenziosamente nel tuo cuore, e che forse non hai ancora avuto il coraggio di pronunciare?
2. Se potessi dare un colore o una forma a questo desiderio, come sarebbe la “pallina” che lo rappresenta sull’Albero dei tuoi desideri?
3. Quale parte di te vorresti lasciare andare prima di entrare nel nuovo anno? E quale parte vorresti coltivare?
4. Quale promessa vorresti fare a te stesso/a per il nuovo anno, proprio come ha fatto Agàpe?
5. Se potessi sussurrare un’intenzione al vento della notte di Capodanno, quale sarebbe la tua preghiera per il tempo che verrà?
